Retroscena Napoli: ecco quando De Laurentiis ha deciso di esonerare Garcia

ROMA – Il Regno di Napoli e la dinastia Tudor. Storicamente, diciamo romanzando, potrebbe anche essere raccontata così, ma più semplicemente Aurelio De Laurentiis ha incontrato ieri a Roma il grande candidato alla successione di Rudi Garcia alla guida della squadra, approfondendo aspetti umani e tecnici: Igor Tudor. Un croato di Spalato che conosce l’Italia e la Serie A come le sue tasche, avendoci giocato (Juve) e allenato (Udinese e Verona), che nella scorsa stagione ha conquistato il terzo posto in Ligue 1 con l’Olympique Marsiglia e che di recente ha rifiutato la proposta del Besiktas.

Napoli grande chance per Tudor

L’offerta del Napoli, invece, lo ha rapito, stuzzicato, affascinato: allenare i candidati al Pallone d’Oro di nome Osi e Kvara, e poi Raspadori, Di Lorenzo e tutti gli altri talenti di uno scudetto sbiadito e sparito nei cinque mesi di Garcia è un’opportunità straordinaria per la sua carriera. A 45 anni, poi, significa scalare la vetta nonostante i 10 punti di ritardo dal primo posto dell’Inter, le difficoltà di una storia da riscrivere in fretta, tutte le questioni in bilico sul mercato e l’inevitabile confusione acuita dal mese di commissariamento di Garcia. Di rischi ce ne sono un bel po’, insomma, ma è tutto superabile. Il vero ostacolo venuto inizialmente fuori nel corso delle riunioni romane tra Adl e Tudor e poi con il suo agente Anthony Seric, però, era riferito alla durata del rapporto: il Napoli offre 7 mesi di contratto con l’opzione di rinnovo fino al 2025 fissata a favore del club, mentre l’allenatore chiedeva due anni senza clausole. Poi, però, s’è messo a pensare, a valutare e ha accettato la proposta. La scommessa. I rischi, del resto, sono anche di De Laurentiis, molto scottato sia dalla scelta di Garcia sia dall’esperienza vissuta nell’anno dell’esonero di Ancelotti e dell’arrivo di Gattuso. E ancora: Tudor gioca con la difesa a tre, mentre la squadra è nata e cresciuta con la linea a quattro. Insomma, ognuno ha le proprie legittime ragioni ma bisogna risolvere tutto in tempi rapidi: domani il gruppo tornerà in campo al centro sportivo di Castel Volturno e Aurelio vorrebbe che a dirigere la seduta fosse il nuovo allenatore. Perché Garcia, dopo il ripescaggio a sorpresa della sosta di ottobre, non avrà una terza chance: a San Gregorio Armeno, la strada dei presepi, ieri hanno anche messo in vendita la statuina di Rudi con la valigia. Cinismo e realismo.

De Laurentiis e l’esonero di Garcia

Il film azzurro, nel frattempo, continua a contemplare scene in bianco e nero: a ottobre un ex centrocampista e allenatore della Juventus, a novembre un ex difensore e vice allenatore della Juventus. Un tempo pure compagni di squadra. Da Antonio Conte a Igor Tudor, però, non è stato un attimo: il Napoli ci ha rimesso altre quattro giornate di campionato e due di Champions piene di rimpianti, ma 35 giorni dopo De Laurentiis è stato costretto a ricominciare il casting per la panchina. La brevissima e modesta era di Garcia, 136 giorni e 16 partite alla guida dei campioni d’Italia, è ufficiosamente finita. Giusto il tempo di stropicciare lo scudetto, stravolgere le certezze della squadra e firmare il lavoro domenica con l’ultima trovata: lasciare in panchina Kvara (e Zielinski) contro l’Empoli. Un avversario penultimo e in crisi rilanciato proprio come l’Union Berlino, reduce da 12 sconfitte consecutive, quattro giorni prima. Aurelio aveva già deciso di esonerare Garcia un mese fa, dopo il 3-1 con la Fiorentina, altra toscana in festa al Maradona, ma dopo aver inciampato nel garbato rifiuto di Conte, poco attratto dall’idea di saltare in corsa sul treno, ha deciso di aspettare. Fino a domenica. Dopo l’incontro con Tudor, tra l’altro, De Laurentiis ha anche partecipato a un convegno sullo sport con il presidente del Coni, Malagò, e il ministro dello Sport, Abodi, nella sede dell’Nctm Law Firm. «Può succedere che uno giochi contro l’Empoli appanato e in maniera impropria e improbabile, ma quella è la bellezza del calcio». Unico commento sulla situazione del Napoli. Uno solo: una sentenza.

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